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Voci da Twitter: #giovani e #innovazione new entry piene di significato

Le conversazioni su Twitter con riferimento alle imprese evidenziano la centralità, fra gli altri, dei temi legati alla fascia meno anziana della popolazione e al progresso

Nel periodo compreso fra il 26 novembre 2022 e il 5 dicembre 2022, sono 678 i “cinguettii” effettuati in Italia e caratterizzati dalla presenza degli hashtag #impresa o #imprese.

Una visione d’insieme è quella che si ottiene dal wordcloud:

Invece, le parole chiave del periodo e, tra parentesi, la loro rilevanza nel corpus dei tweet, sono state:

  1. italia (0.83 %)
  2. confindustria (0.5 %)
  3. crisi (0.45 %)
  4. lavoro (0.42 %)
  5. innovazione (0.39 %)
  6. giovani (0.35 %)
  7. energia (0.32 %)
  8. credito (0.3 %)
  9. mercato (0.29 %)
  10. mondo (0.27 %)

Per quanto riguarda gli hashtag più popolari presenti nei tweet del campione e le correlazioni esistenti fra gli stessi, la situazione è la seguente:

Tra i diversi temi decisamente attuali per le imprese e caratterizzati da rilevante esposizione mediatica vi sono quelli legati a “crisi”, “lavoro” e “energia”. Interessante notare però anche la presenza di altri due temi, non necessariamente slegati fra loro: il primo è quello dell’“innovazione” e il secondo è relativo ai “giovani”.

I presupposti dell’innovazione sono diversi, fra questi si può certamente menzionare il dinamismo culturale che deve essere presente nel contesto in cui si intende favorirla.

Il dinamismo culturale del contesto, a sua volta, si esprime attraverso condizioni favorevoli all’espressione dei talenti, e allo sviluppo e alla sperimentazione (ammettendo la possibilità di errori) di nuove idee. Venendo al ruolo dei giovani, questi rappresentano per definizione l’elemento centrale di questo dinamismo. Gli ostacoli alla espressione piena dei loro talenti sono però ancora tanti.

Italia non un Paese per giovani

Secondo il 2020 Global Youth Development Index (The Commonwealth), l’Italia si colloca al 23esimo posto, considerando la sintesi fra i diversi indicatori, tra i Paesi (181 quelli considerati) che offrono le migliori prospettive ai giovani.

Quando però si considerano educazione (rank 36), opportunità lavorative (rank 46) e partecipazione politica (rank 125) la situazione diventa decisamente più triste per l’Italia, soprattutto in un confronto con gli altri Paesi europei.

Capitale umano sotto la lente dei cda

Investire sui giovani e sulle modalità di espressione dei loro talenti quindi conviene a tutti, imprese comprese. Ad esempio, anche in chiave ESG (almeno per il fattore “social”), per le aziende questo vuol dire promuovere azioni che mirano allo sviluppo dei dipendenti più giovani attraverso la partecipazione ad attività considerate ad alto valore, creando il contesto per farli esprimere al massimo del loro potenziale. Un tema che infatti sta prepotentemente entrando nelle agende dei cda sempre più chiamati a valutare l’impatto del capitale umano sulle performance produttive e a prevedere strategie di medio-lungo termine per diventare attrattive e soprattutto per evitare fenomeni destabilizzanti come la Great Regnisation.

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