La sostenibilità? Non un lusso per soli tempi di pace
Le tensioni geopolitiche, la ridefinizione di vecchie alleanze, la corsa al riarmo, la guerra commerciale stanno spostando l'attenzione dai temi della sostenibilità. La crisi attuale, invece, dimostra quanto sia ancora più urgente un cambiamento in chiave ESG e i ned possono e devono diventarne protagonisti

Per anni si è parlato di come le pratiche di CSR (Corporate Social Responsibility) ed ESG (Environment, Social, and Governance) influenzino la sostenibilità delle aziende e di come il metterle in atto sia una scelta strategica soprattutto in tempi di incertezza. Ebbene, sembra che il contesto globale del momento ci dia la possibilità di dimostrare questo assunto.
Tensioni geopolitiche, conflitti armati, rivalità economiche e instabilità finanziaria hanno spostato il focus dei governi verso piani di sicurezza e difesa spesso a sacrifico dell’agenda climatica e sociale. Tuttavia, per quanto l’incertezza domini i mercati e la politica consideri ben altre emergenze, sarebbe un grande errore considerare le pratiche CSR e ESG come un lusso per tempi di pace e prosperità. Al contrario, la crisi attuale dimostra quanto sia urgente un cambiamento strutturale nei modelli di produzione, consumo e governance. Leggiamo la sostenibilità come una potenziale leva di stabilità nel lungo periodo, una strategia capace di rafforzare la resilienza delle imprese e dei sistemi-paese e non un’opzione etica accessoria.
Le aziende che integrano i fattori ESG nella propria governance dimostrano maggiore capacità di adattamento, attraggono capitali più stabili, gestiscono meglio i rischi e creano valore duraturo. In tempi di guerra commerciale e ridefinizione delle alleanze strategiche, l’affidabilità e la trasparenza nei processi decisionali diventano fattori competitivi.
Le imprese con un solido impianto ESG sono spesso le più preparate ad affrontare shock sistemici, anche quando questi provengono da ambiti apparentemente lontani come la politica estera o la sicurezza energetica. Il settore dell’energia è emblematico nel dimostrare quanto i criteri ESG non solo siano rilevanti, ma rappresentino una leva concreta per affrontare le sfide globali. La transizione verso un sistema energetico più pulito, decentralizzato e resiliente è oggi una priorità non solo ambientale, ma anche economica e geopolitica. In un mondo in cui l’accesso all’energia è sempre più un tema di sicurezza nazionale, investire in sostenibilità significa ridurre la dipendenza da fonti fossili estere, aumentare la resilienza e generare valore per tutti gli stakeholder.
La sfida di oggi non è, quindi, soltanto difendere i valori ESG, ma dimostrarne l’efficacia per affrontare l’incertezza. Le imprese e le istituzioni che continueranno a investire in sostenibilità saranno le vere protagoniste della ripartenza globale.
In questo scenario complesso, dove il ruolo della governance è più che mai centrale, i NED sono chiamati a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per la promozione di una cultura della sostenibilità all’interno dei consigli di amministrazione contribuendo a rafforzare la trasparenza e la governance, assicurando che le aziende continuino a rispettare gli impegni di sostenibilità, comunicando in modo chiaro e responsabile con gli stakeholder. In un panorama globale segnato da tensioni e instabilità, il loro ruolo diventa ancora più cruciale nel promuovere pratiche etiche e sostenibili, aiutando le organizzazioni a navigare le sfide mantenendo un focus a lungo termine sulla responsabilità sociale e ambientale.