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Economia circolare: opportunità di crescita per il Paese

La transizione verso un'economia green richiederà un impegno significativo da parte delle aziende. Tuttavia, questa sfida, se vinta, sarà capace di offrire benefici ambientali, economici e una maggiore resilienza alle nostre imprese

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Uno sforzo non indifferente che sarà ripagato pienamente dai benefici ambientali ma anche economici. La transizione verso l’economia circolare rappresenta una sfida da non sottovalutare per il sistema produttivo nazionale ma anche una grande opportunità. Ne sono convinti i partecipanti al primo lunch talk dopo lo stop estivo dedicato proprio alla riduzione degli sprechi e alla massimizzazione delle risorse, sempre più scarse.

Un punto, questo, messo subito in evidenza dalla moderatrice, Livia Aliberti Amidani, Portfolio NED e fondatrice TheAgricult, membro del Reflection Group “La Governance in Materia di Rischi e Controlli” Nedcommunity coordinato da Patrizia Giangualano. “Economia circolare è produrre un valore nuovo ma dall’usato. Nel nostro mondo – spiega Aliberti Amidani – assistiamo a un forte sbilanciamento delle risorse quindi una crescente attenzione nei confronti del loro uso è importantissimo anche per i risvolti geopolitici molto delicati: si pensi che l’Europa importa l’80% delle materie prime nuove legate alla transizione ecologica e digitale, come quelle necessarie alla mobilità elettrica. Ecco già qui la prima grande opportunità per l’Italia che può arrivare a riciclare il 60% del cobalto secondo un recente report di Cassa Depositi e Prestiti aprendo quindi scenari di crescita inaspettati. Le aziende che saranno pronte a sfruttare le occasioni della transizione energetica godranno di un vantaggio competitivo sui mercati”.

Maurizio Fusato, responsabile Transizione ecologica ed energetica del Gruppo Feralpi ha portato la sua testimonianza mettendo in evidenza i vantaggi in termini anche economici di una reale transizione verso l’economia circolare. L’azienda siderurgica specializzata nella produzione di acciai per l’edilizia non è fra quelle che hanno l’obbligo della presentazione della DNF. Nonostante ciò, redige un report non finanziario integrato con quello finanziario già da anni. Un impegno premiato nel 2022 anche con l’Oscar di Bilancio. “La sostenibilità è al centro del nostro processo produttivo – spiega il manager – che si basa sull’uso del forno elettrico ad arco e sulla prevalenza della fusione di rottami rispetto alla produzione da minerale. Oggi, inoltre, non realizziamo più solo acciaio ma siamo in grado di rimettere sul mercato materiali di scarto della lavorazione: si pensi al greenstone (una ghiaia che ha moltissimi usi), al greenlime (simile alla calce) e al greeniron (scaglia di laminazione che vendiamo a clienti come i cementifici). Ci vuole anche fantasia nell’economia circolare. Si pensi al recupero del calore per riscaldare ambienti anche esterni all’impianto o al progetto dei polimeri, nato quasi per caso. Li usiamo al posto dell’antracite, perché hanno dimostrato di essere materiali più economici. Questi progetti sono molto importanti per una questione in primo luogo economica: smaltimento e materie vergini costano sempre di più”.

Chiara Catgiu, Manager Climate Change & Sustainability Services di KPMG (con la quale Nedcommunity realizza ogni anno una survey dedicata alle DNF) nel suo intervento ha spiegato come prepararsi al reporting sull’economia circolare che sta diventando obbligatorio per legge. “Viviamo in un sistema economico interdipendente e non lineare in cui anche i settori sono chiamati a collaborare fra di loro per vincere tre sfide: climate change, degrado dell’ecosistema e perdita biodiversità, disuguaglianza sociale. L’economia circolare può aiutare ad affrontarle ma le aziende e gli amministratori devono abbandonare modelli di business lineari. Per centrare questo obiettivo, però, sono necessari strumenti adatti come il CTI (Circular Transition Indicators) framework sviluppato da KPMG e WBCSD che aiuta le imprese a misurare e a migliorare continuamente le performance circolari automatizzando la raccolta dei dati da diverse fonti ed eseguendo i calcoli necessari per supportare nella transizione verso l’economia circolare”.

Un framework adottato già nella fase sperimentale anche da Feralpi che, inoltre, sta mettendo in atto da tempo anche adeguati accorgimenti di governance necessari a “mettere a terra” una concreta strategia circolare: “Oltre ad aver partecipato al progetto sperimentale di applicazione del CTI – ha spiegato Fusato – abbiamo realizzato un vero e proprio cambio di passo nel governo societario con la decisione di inquadrare questi temi all’interno di un comitato di sostenibilità che si riunisce mensilmente e di condividere le metriche iniziando a fissare dei target anche sulla circolarità. Se ci siamo pentiti di qualcosa è di non aver intrapreso prima questa strada che sta dando risultati inaspettati”.

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