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Una borsa pronta alla sfida climatica

Le nuove “ESG reporting guidelines – Fit for 1.5” di Euronext invitano a portare gli obiettivi climatici al centro delle strategie di reporting e di engagement delle società emittenti: una lettura utile ai consiglieri per indirizzare azioni di business carbon free

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La storia è spesso fatta di spartiacque, di cesure nette nello scorrere “tranquillo” degli avvenimenti. Per Maria Elena Cappello, dello Steering Committee di Chapter Zero Italy-The Nedcommunity Climate forum, la lettera che Larry Fink, numero uno di Black Rock, ha inviato ai ceo nel “lontano” 2017, rappresenta proprio questo per la centralità dei fattori Esg nella strategia aziendale.

“In quelle righe – spiega Cappello nel corso del webinar convegno organizzato da Chapter Zero Italy–The Nedcommunity Climate Forum, in partnership con Deloitte, dal titolo Finanza sostenibile: evoluzione del contesto e del ruolo dei Board Member – Fink aveva intimato ai capi azienda di essere compliance sui cambiamenti climatici prevedendo uno spostamento massivo dei capitali verso aziende preparate ad affrontare tali rischi”. Un cambiamento della governance non da poco. “Oggi, a pochi anni di distanza – continua Cappello – ogni cda deve considerare come la scelta degli investitori impatterà sulle azioni della società. E la scelta si sta inesorabilmente spostando verso l’ambiente e il sociale. Le tematiche di governance, inoltre, saranno sempre più materiali per la corporate valuation. Per questo motivo cda e consiglieri devono assumersi la responsabilità di essere portatori e testimoni di un cambiamento profondo e passare a una visione olistica del rischio per assicurare resilienza all’impresa. Soltanto così sarà possibile realizzare un’evoluzione sostenibile del modello di business, obiettivo strategico da raggiungere nel medio termine. Si tratta di un target piuttosto difficile da centrare in Italia dove i mandati del cda si rinnovano ogni tre anni”.

La strada è segnata come ha ribadito Sara Lovisolo, Head of Group ESG di Euronext, che riunisce sette borse, fra cui anche Piazza Affari. “Abbiamo pensato di fare leva sulla nostra impronta europea per allineare la nostra strategia con il Green deal. Nasce così Growth for Impact 2024, il piano strategico che ci impegna alla decarbonizzazione delle nostre operations scegliendo di perseguire gli obiettivi più ambiziosi sintetizzati dal nostro impegno Fit for 1,5 degree. Oltre a impegnarci nella riduzione delle emissioni dirette con la scelta di tagliare il riscaldamento e i viaggi, ci stiamo muovendo nella direzione della definizione di una serie di iniziative per integrare la decarbonizzazione all’interno dei nostri mercati con la creazione di indici nazionali caratterizzati da uno spiccato focus climatico. Ma non solo: abbiamo pubblicato una nuova edizione delle linee guida per società emittenti “ESG Reporting Guidelines – Target 1.5”. Con questo nuovo documento intendiamo fornire un’aiuto alle società quotate per differenziarsi nella loro strategia ESG dedicando particolare attenzione agli obiettivi sul cambiamento climatico. Cerchiamo di coinvolgere i clienti in questo movimento di decarbonizzazione, indicando l’importanza di un reporting trasparente e di un continuo dialogo con gli investitori fondato su aspetti sempre più sostanziali basati su dati scientifici ”.

Lovisolo si è anche soffermata sul ruolo centrale che i board e al loro interno sul contributo che i singoli consiglieri possono e devono fornire. “Il consigliere può decidere di incoraggiare l’azienda a far di più o chiedere una giustificazione per un investimento ed è chiamato a lavorare con il management per aggiustare il tiro e raccogliere maggiori informazioni. In questa delicatissima fase, caratterizzata anche dalla crisi ucraina, si intravedono opportunità sulla strategia di decarbonizzazione che possono aiutare a rendere l’azienda indipendente dai combustibili fossili. I ned, dal canto loro, devono fare domande e pretendere risposte che aiutino a completare il quadro per realizzare una strategia più dettagliata”.

Secondo Stefano Pareglio, professore ordinario all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Independent Senior Advisor del Team Deloitte Sustainability “questo tema si sta evolvendo con una rapidità che sorprende anche noi addetti ai lavori. A questo punto vorrei soffermarmi su un aspetto centrale: nei Paesi più sviluppati ci poniamo obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni. Non tutte le regioni del pianeta, però, sono pronte ad arrivare a questo livello. Per fortuna, a livello internazionale, gli standard sono stati posti molto in alto: anche la COP26 ha raggiunto un accordo volontario per arrivare quanto più prossimi all’aumento di 1,5 gradi entro il 2100. Ovviamente dalle intenzioni è necessario che si passi ai fatti. Adesso è arrivato il momento di ridurre concretamente le emissioni non soltanto di Co2 ma anche ma anche di altri gas climalteranti come il metano. Per questo servono delle guide: rappresentano un aiuto concreto in particolare per gli amministratori il cui lavoro consiste in primo luogo nel fare domande e saper valutare anche le risposte fornite. Del resto, questa attività di divulgazione che svolgiamo con Nedcommunity e Deloitte ha una funzione di induction dei board: vogliamo aiutare i consiglieri a svolgere al meglio il proprio compito”.

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