Dura lex

Start-up e buona governance: connubio vincente

Un adeguato governo societario può fare la differenza fra insuccesso e sviluppo di un’azienda, soprattutto quando questa muove i suoi primi passi

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Le start-up sono imprese ad alto tasso di crescita con focus sulla digitalizzazione e sulla innovazione che presentano una combinazione di caratteristiche: “rapida crescita, forte propensione all’innovazione dei prodotti, dei processi e dei finanziamenti, grande attenzione ai nuovi sviluppi tecnologici e ampio uso dei modelli commerciali innovativi, spesso basati su piattaforme collaborative” (Comunicazione Commissione Europea 22.11.2016 “Le nuove imprese leader dell’Europa: l’iniziativa Start-up e scale-up”).

A ciò corrispondono alti livelli di rischio, generati dall’assenza iniziale di un valore patrimoniale reale (in fase “seed” le start-up possiedono il minimo del capitale sociale), cui sono invece correlate valutazioni milionarie, che crescono con la partecipazione a programmi di accelerazione forniti dai Venture Capitalist.

Due dimensioni legate fra loro

Il ciclo di vita di una start-up evolve sostanzialmente in due dimensioni: entrambe incidono sulla struttura di corporate governance.

La prima dimensione è più strettamente legata alla natura del business – ad alto tasso di crescita, con focus su digitalizzazione e innovazione e oggi sempre più concentrato su uno sviluppo “sostenibile” (anche per il tramite di società benefit) – che progredisce attraverso diversi gradi di maturità: dalla fase seed, alla start-up (con uno o più round di capitale), al c.d. “crossing the chasm”, fino a diventare scale-up e infine essere pronta a ripagare gli investitori con l’exit.

La seconda dimensione, strettamente correlata alla prima, è relativa alla complessità della struttura partecipativa. Si tratta di un tema delicato perché la struttura proprietaria non coincide con la struttura dei mezzi propri o di terzi investiti nell’impresa. Le risorse finanziarie non sono raccolte dai founder (se non nella misura strettamente necessaria per la formazione del capitale sociale) ma attraverso fondi di Venture Capital con strumenti convertibili, strumenti di sostegno (es. Smart&Start), strumenti finanziari partecipativi convertibili (cfr. il SAFE statunitense), work for equity, opzioni. Struttura proprietaria – attuale o potenziale – destinata a complicarsi via via che il business cresce e che la valutazione dell’impresa si implementa con la concretizzazione della “proof of concept”.

Il governo societario di una start-up è quindi non solo diverso rispetto a quello di una società quotata o PMI a ciclo di vita stabile (la cui governance può essere più statica) ma è differente rispetto a sé stesso, dinamico e in continua evoluzione, coerentemente con la crescita del business e degli apporti finanziari.

In questo contesto, per un verso, i soci, gli investitori non soci, i dipendenti e gli advisor – guidati da un interesse comune (la massimizzazione della “valutazione” della società) – sono tutti incentivati a svolgere un ruolo proattivo, la cui prima evidente manifestazione è la capacità di “networking”. Per altro verso, i vari investitori hanno spesso diritti diversificati in termini di partecipazione al processo decisionale e/o alla distribuzione dei proventi.

L’importanza di una governance adeguata

Per queste ragioni, in una start-up la strutturazione del governo societario (e il suo continuo adeguamento), la scelta del management e la composizione del board così come le scelte strategiche adottate sono cruciali: ancora di più se consideriamo la strutturale iniziale maturazione di perdite.

Le caratteristiche professionali e personali degli amministratori – siano essi esecutivi (come i founder) o indipendenti – o dei semplici “osservatori”  saranno indirizzate allo “scale-up” (senza di questo la start-up muore), contribuendo in modo proattivo e talentuoso (profilo umano), con visione strategica e gestione del rischio (profilo professionale), ad attività di sintesi tra le varie istanze di ricerca e immissione di finanza per lo sviluppo, realizzazione di un modello di business innovativo e misurazione dei rischi connessi ad attività in rapida crescita, ad alto contenuto tecnologico-digitale.

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