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Stakeholder capitalism: glossario e valori in primo piano

Una nuova strategia fa capolino nel dibattito mondiale sul futuro dell’imprenditoria. Ma quale significato porta con sé questa nuova forma di capitalismo? E quale concetto di valore e di interesse?

Credit: GettyImages

È dagli anni ’80 che l’etica di impresa ha iniziato a fare capolino nei cda delle aziende. Ci sono voluti molti anni perché maturasse e oggi il cosiddetto “stakeholder capitalism” sta lentamente facendo breccia sullo “shareholder capitalism”. Il modello per cui, accanto al profitto, l’azienda deve perseguire obiettivi di benessere diffuso per tutti coloro che sono interessati al suo business (non solo gli azionisti), è un modello che ha mostrato prima il suo carattere “modaiolo”, per poi prendere lentamente sostanza.

A Davos nel Manifesto del 2020 è stato indicato come nuovo “business model”. Lo stesso Larry Fink, ceo di BlackRock ha dichiarato che nel mondo del Covid lo “stakeholder capitalism” sta diventando “sempre più importante” ma ha anche aggiunto che concentrarsi ad esempio sulla sostenibilità non significa essere ecologisti, ma “capitalisti legati da un rapporto fiduciario verso i clienti”.

Dunque, nessuna visione romantica di questa forma di capitalismo che guarda indubbiamente al profitto come prima leva, ma lo fa in modo astuto intercettando le nuove esigenze della popolazione di riferimento. È così che manager come Fink mettono a tacere i numerosi detrattori che definiscono lo stakeholder capitalism come mera “retorica”. Certo, il percorso dallo shareholder allo stakeholder capitalism non è semplice. E per non essere solo di facciata, ha bisogno di convinzioni solide e di una strategia chiara, per cui a guadagnarci siano tutti: gli azionisti (con la leva del profitto) e gli altri con la leva della responsabilità sociale. Deve però essere ben chiaro, in questo contesto, cosa si intenda per “stakeholder capitalism”, per “valore”, per “stakeholder” e per “interesse”.

STAKEHOLDER CAPITALISM

Partiamo proprio dalla definizione di “Stakeholder Capitalism”: rappresenta l’evoluzione del concetto di capitalismo che si pone l’obiettivo di coinvolgere tutte le parti interessate dall’attività di un’azienda, e non più solo agli azionisti (shareholders), guardando a “valori condivisi”. Dunque, il business volge sicuramente a obiettivi di guadagno, ma anche alla responsabilità e all’impatto sociale positivo in una cornice di profitto.

L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI “VALORE”

È dunque il concetto di “valore” a cambiare e a diventare centrale: il valore è inteso non più solo come creazione e massimizzazione dell’utile, ma come creazione di profitto inserito in un contesto di responsabilità sociale che tenga presenti non solo gli azionisti ma tutti gli stakeholder con cui perseguire obiettivi comuni. Sono valori gli obiettivi di sostenibilità ambientale, così come quelli di inclusione sociale, e di massima tutela dei diritti dei lavoratori. Sono valori il benessere sociale, la qualità delle produzioni, il rispetto delle differenze. È un valore il benessere di tutti coloro che hanno interesse verso l’attività dell’azienda.

CHI SONO I NUOVI STAKEHOLDER

È quindi necessario chiarire chi sono, secondo questa nuova visione capitalistica, gli “Stakeholder”.
Se in modo più generale per stakeholder si intende chi ha un interesse nei confronti dell’attività aziendale e del business che questa persegue, sono stakeholder di un’impresa gli azionisti, ma anche i clienti, i fornitori, i creditori, i dipendenti, le amministrazioni locali dei luoghi in cui l’azienda opera, chi vive in questi spazi, i rappresentanti dei lavoratori.

Alcuni osservatori amano distinguere tra stakeholder forti e stakeholder deboli. I primi sono, anzitutto, gli azionisti di maggioranza, ossia i soci di controllo dell’azienda, coloro che possono nominare i dirigenti, decidere chi tiene in mano le redini politiche e strategiche dell’impresa. Accanto a loro ci sono gli stakeholder deboli, ovvero chi entra in contatto con l’azienda senza avere potere decisionale ma che, con il suo bacino di interessi, può avere influenza sulle decisioni degli stakeholder forti. Sono un esempio i lavoratori attraverso i sindacati, o anche gli azionisti di minoranza.

L’INTERESSE DI TANTI

Resta dunque un ultimo importante termine da chiarire: “interesse”. Qual è l’interesse da tutelare nello stakeholder capitalism? Non più l’interesse di pochi (come nello shareholder capitalism) ma l’interesse di tanti. Non più l’interesse specifico legato al business, ma l’insieme di interessi che la comunità che ruota intorno all’azienda proclama come importanti per il futuro. E per il quale chiede all’impresa di schierarsi e lavorare.

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