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Pro e contro dei pluri-impieghi degli amministratori

Una caratteristica della corporate governance italiana, ma anche di altri paesi, è quella di avere consiglieri di amministrazione che hanno incarichi in più consigli. 


La teoria non ha una predizione univoca rispetto all’effetto di questa circostanza sulla performance e sul valore delle imprese: da una parte vi può essere un effetto positivo in quanto consiglieri con più incarichi hanno un capitale di relazioni che può essere utile per l’azienda, dall’altra un consigliere con diversi incarichi non ha molto tempo da dedicare a ciascuno di essi, e quindi la sua capacità di controllo del management e degli azionisti principali è ridotta, favorendo potenzialmente l’espropriazione degli azionisti di minoranza.


Con i colleghi Carlo Drago, Francesco Millo e Paolo Santella abbiamo analizzato questo tema nel lavoro “Corporate Governance Reforms, Interlocking Directorship Networks and Company Value in Italy, 1998-2007”, pubblicato come Working Paper CESifo n. 3322.1 In particolare ci siamo posti due domande: 

  1. 1. quale è stato l’effetto delle riforme che si sono succedute dalla Legge Draghi sul fenomeno dell’accumulo di cariche da parte di consiglieri di amministrazione (intelocking directorship)? 
  2. 2. quale effetto ha questo fenomeno sul valore (calcolato come rapporto tra valutazione del mercato e valore di libro) delle società quotate nella Borsa italiana?

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