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Lungo termine

Si è parlato poco della decisione del nostro Consiglio dei ministri, il 10 febbraio scorso, di attuare una direttiva europea che toglie il vincolo alle società quotate di pubblicare bilanci intermedi, in particolare trimestrali. Qualcuno si è preoccupato

di Franco Morganti(*)

Si è parlato poco della decisione del nostro Consiglio dei ministri, il 10 febbraio scorso, di attuare una direttiva europea che toglie il vincolo alle società quotate di pubblicare bilanci intermedi, in particolare trimestrali. Qualcuno si è preoccupato che diminuisca la trasparenza, ma in realtà la spinta al breve periodo ha danneggiato non poco l’economia mondiale: i manager rincorrevano il giudizio trimestrale dei mercati e trascuravano gli investimenti a ritorno differito.

Da tempo il breve termine era nell’occhio del ciclone.

Paola Schwizer, presidente di Nedcommunity, intervistata da EticaNews, propone un indice di “integrated governance” in cui alla creazione del valore delle azioni contribuiscano anche quei valori intangibili (umani, ambientali, intellettuali, reputazionali) divenuti oggi largamente prevalenti rispetto agli storici valori finanziari e manifatturieri. Ad esempio esistono buoni esempi di bilanci sociali basati sulla responsabilità sociale di impresa, che vengono però prodotti parallelamente ai bilanci economico-finanziari, come se si trattasse di un corpo estraneo. Una governance integrata richiederebbe invece che il board definisse e approvasse la vision aziendale e gli orientamenti strategici di lungo periodo.

Larry Fink di Blackrock dice che “mancano agli investitori delle informazioni-chiave sulle strategie di lungo termine e Andy Aldane, capo economista della Bank of England dice: il mercato chiede utili a breve, sottraendo risorse a investimenti che, invece, potrebbero garantire maggior valore nel medio-lungo periodo.

Ma non tutte le aziende italiane si comportano con ottiche di breve periodo.

L’Acra, una delle maggiori associazioni italiane per la cooperazione allo sviluppo, osserva che Illy Caffè in Etiopia va alla ricerca dell’arabica più pregiata di caffè instaurando un rapporto diretto e duraturo coi coltivatori che è il contrario dello sfruttamento di breve periodo. Ha scoperto anche che Loro Piana in Perù ha investito nella riserva naturale per la salvaguardia della vigogna, animali dai quali si ricava una lana finissima lasciandoli in libertà anziché costringerli al chiuso di un recinto.  Naturalmente questo vuol dire anche “alta gamma”, dove i prezzi premiano l’investimento.

Più in generale Acra suggerisce che il mondo imprenditoriale potrebbe, oltre ad aziende profit e non profit, dare origine alle cosiddette “società benefit”, riconosciute anche dalla Legge di Stabilità 2016, che perseguono, anche statutariamente, oltre agli scopi di lucro, una o più finalità di beneficio comune, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti dei portatori di interesse, non solo azionisti.
Questo sarebbe anche un modo “istituzionale” per introdurre nel panorama economico-finanziario, elementi che richiedano un approccio integrato nelle regole di governance.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) Franco Morganti, Coordinatore editoriale ([email protected]).


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