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L’engagement arricchisce il ruolo degli indipendenti

Il dialogo con tutti gli investitori riveste sempre più un’importanza centrale. E i ned possono agevolarlo a patto di essere adeguatamente preparati

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Il cda degli emittenti deve aprirsi al dialogo con tutti gli stakeholders. A prevederlo in maniera esplicita è il nuovo Codice di Corporate Governance che spinge per l’adozione di una politica efficiente che miri a una corretta gestione del dialogo con la generalità degli azionisti. Un’esigenza che deve tenere conto in primo luogo anche, se non soprattutto, delle politiche di engagement adottate dagli investitori istituzionali e dai gestori degli attivi.

Il dialogo, quindi, assume un ruolo di primo piano e ne è la conferma non solo il Codice di Corporate Governance ma anche quanto previsto dal TUF che con la nuova Sezione I Ter dedicata alla “Trasparenza degli investitori istituzionali, dei gestori degli attivi e dei consulenti di voto” richiede in maniera chiara che questi ultimi adottino e pubblichino, sempre sulla base del principio comply or explain, le politiche di engagement e le modalità della relativa attuazione. L’obiettivo principale di questa indicazione riguarda la necessità di privilegiare l’orientamento al lungo periodo della strategia di investimento nelle società emittenti come è emerso nel corso del webinar organizzato il 31 marzo dal Chapter di Roma e del Lazio di Nedcommunity, che ha messo a confronto tutti gli attori di questo dialogo, dagli emittenti agli investitori passando per gli advisor come Morrow Sodali.

Romina Guglielmetti, membro del Consiglio Direttivo di Nedcommunity, Founding Partner di Starclex – Studio Legale Associato Guglielmetti, ha sottolineato la necessità di porre al centro il tema di un’adeguata attività di engagement anche nelle “realtà di piccole dimensioni” ribadendo come gli indipendenti siano “chiamati a favorirne l’adozione secondo un approccio proporzionale ma non di semplice compliance. Per affrontare adeguatamente questa sfida è necessario, però, puntare sulla preparazione. Sul consigliere indipendente, infatti, grava una grande responsabilità perché costui parla a nome della società. Quindi il ned deve preparare bene gli incontri, adottare un corretto linguaggio e, aspetto da non sottovalutare mai, essere in grado di non trasmettere informazioni che potrebbero integrare la violazione della normativa sulle informazioni privilegiate”.

Un concetto ribadito anche dalla moderatrice Ines Gandini, segretario del Chapter di Roma e del Lazio di Nedcommunity, per la quale “emerge l’opportunità  di promuovere la cultura dell’engagement anche nelle  società di medie dimensioni e, per farlo, la necessità di alzare l’asticella della preparazione dei ned ”.

Secondo Simone Chelini, Head of ESG & Strategic Activism di Fideuram – ISPB Asset Management SGR, “l’engagement devono farlo i board ma senza mettere in secondo piano il ruolo dei consiglieri indipendenti. Se vogliamo parlare davvero di governo societario dobbiamo dare la possibilità a tutto il board e ai suoi componenti di farsi conoscere e di esprimere le proprie opinioni. Non a caso gli investitori sono sempre più attenti alla composizione dei cda”.

Una filosofia fatta propria dal nuovo Codice che ha introdotto anche un’altra novità. Cristina Ungureanu, membro del Comitato Scientifico di Nedcommunity ed Head of Corporate Governance di Eurizon Capital SGR, ha ricordato come il documento ribadisca “l’obiettivo del successo sostenibile come guida per tutti gli aspetti cruciali della governance e come chiave per la creazione del valore a lungo termine a beneficio degli azionisti e degli stakeholder rilevanti. Il codice raccomanda quindi un comportamento proattivo volto a promuovere un dialogo continuo con gli stakeholder lasciando che siano le società a individuare le modalità più opportune”.

E di sostenibilità ha parlato anche Andrea di Segni, associato di Nedcommunity e Managing Director di Morrow Sodali che ha presentato le principali evidenze della “2021 Institutional Investors Survey”. La ricerca ha sottolineato come sia “cresciuto l’interesse verso l’attività di engagement in particolare perché consente di comprendere gli aspetti di performance che oggi dovrebbero tener conto in primo luogo dello stretto legame fra tematiche ESG e performance finanziaria”. Di Segni ha sottolineato poi che “gli investitori hanno compreso quanto sia utile una maggiore preparazione del team che svolge attività di engagement. In questo senso il ruolo di indipendenti appare centrale”.

Anche Giuseppe Catalano, Company Secretary and Head of Corporate Affairs di Assicurazioni Generali è tornato sul Codice: “L’articolo uno – spiega – parla di politica di dialogo con la generalità degli azionisti. In questo senso Generali mantiene un approccio multistakeholder tenendo presente i vari interlocutori dell’azienda e diversificando le modalità di gestione in funzione degli attori coinvolti e delle diverse esigenze. Un impegno che non deve limitarsi soltanto a pochi periodi dell’anno e che Generali ha attuato prevedendo in capo al Segretario del Consiglio di Amministrazione il coordinamento delle diverse funzioni aziendali interessate al dialogo all’interno del board”.

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