Editoriale

La governance nelle Pmi driver potente per migliorare i risultati

Il buon governo di impresa rappresenta un valore aggiunto non soltanto per le aziende quotate ma anche per quelle più piccoli e famigliari

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La governance – come le imprese sono dirette e controllate – è un elemento fondamentale per la sostenibilità dinamica delle imprese. È un tema su cui si sta lavorando da moltissimi anni, che oggi è entrato a pieno titolo nell’agenda anche delle Pmi e, in generale, delle imprese non quotate; e non solo per il progressivo affermarsi dei parametri ESG (environmental, social e governance), applicando i quali gli investitori e gli stakeholder migliorano il loro processo di analisi per identificare i rischi e le opportunità di crescita delle imprese.

La governance, nel medio termine, è un elemento trainante per migliorare le performance delle imprese: uno studio del 2020 del corporate governance LAB di SDA Bocconi su oltre sei mila imprese non quotate con ricavi superiori a 50 milioni di euro, evidenzia che l’adozione di alcune scelte distintive del buon funzionamento della governanceper tabulas – permette alle imprese di performare meglio rispetto alle altre: soprattutto in tema di modalità di composizione e funzionamento dell’organo di amministrazione[1].

Ma quali sono i principali vantaggi? Mentre la governance nelle imprese quotate ha quale fine rilevante la garanzia per gli investitori, e in generale per gli stakeholder, su una miglior gestione dell’impresa; nelle imprese non quotate, la governance non serve – non principalmente – per accedere al mercato delle risorse finanziarie, ma parte dalla necessità che queste imprese hanno di migliorare sensibilmente il funzionamento di vertice e di acquisire le competenze che mancano a un costo accessibile.

Ciò significa quindi adottare un atteggiamento sistematico di affrontare l’attività dell’impresa (“come” le imprese sono dirette e controllate), che aggiunge valore all’impresa, e aumenta esponenzialmente la capacità dell’impresa di procedere verso la continuità e il successo nel medio-lungo termine. Anche perché – migliorando la trasparenza dei processi di governo nei confronti dell’esterno – è uno strumento molto potente per incrementare la capacità dell’impresa di attrarre risorse di qualità̀, ma anche capitale di debito e di rischio.

I vantaggi della governance, se è possibile, sono ancora maggiori nelle imprese familiari – che in Italia, e non solo, sono la stragrande maggioranza delle imprese non quotate -, dove normalmente l’influsso della famiglia è molto catalizzante e condizionante, anche a livello di management: quest’ultima configurazione, infatti, se da un lato offre vantaggi importanti in termini di privilegiare la fiducia, di sviluppare un forte senso di appartenenza all’impresa e (apparentemente) centra più facilmente l’obiettivo di sostentamento del gruppo familiare; dall’altro lato – spesso – è la principale causa per cui l’impresa manca delle competenze necessarie a renderla duratura nel tempo: spesso è il motivo principale per cui le imprese famigliari fanno fatica a svilupparsi e soffrono le successioni al vertice.

Inoltre, la struttura e il coinvolgimento della proprietà e degli interessi familiari nell’impresa genera poi complessità di governo, principalmente riferite al conflitto tra gli interessi della famiglia e quelli dell’impresa. Tali conflitti, che crescono al crescere della dimensione delle imprese e delle famiglie, derivano purtroppo anche da scelte gestionali e organizzative che spesso privilegiano gli interessi della famiglia. Con il risultato che – non raramente – l’impresa è al servizio della famiglia e non la famiglia al servizio dell’impresa. Invece, quasi sempre, gli interessi duraturi della famiglia si ottimizzano privilegiando gli interessi dell’impresa.

Una buona governance riesce anche a intervenire in modo importante su alcuni elementi di debolezza caratterizzanti del sistema di conduzione, organizzativo e culturale nelle imprese non quotate nel nostro Paese: focalizzazione su obiettivi a breve termine e cultura del “non cambiamento”; modelli decisionali accentrati; esperienze e cultura molto spesso non cristallizzate; sistema dei controlli debole e flusso informazioni carenti; mancanza di un processo strategico sistematico, che non raramente porta a dare a variabili esterne la responsabilità dei mancati risultati.

Ma naturalmente l’elemento più rilevante per una buona riuscita di qualsiasi struttura di corporate governance è la scelta delle persone: sono le persone che fanno la differenza e quindi la scelta delle persone può cambiare il futuro dell’impresa con valori, competenze, esperienza e visione.


[1] In un webinar del 31 maggio 2021, il Topic Governance di Bocconi Alumni, in collaborazione con il Reflection group sulla governance delle Pmi di Nedcommunity – tra l’altro – analizzerà in profondità alcuni risultati.

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