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Il rating ESG sempre più strategico per gli stakeholders

Ottenere un rating esterno di sostenibilità è un passo sempre più importante per le aziende. Ecco i vantaggi

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Le tematiche ESG? Strategiche per le aziende tanto che si può affermare che facciano ormai parte del DNA di imprese appartenenti a ogni settore produttivo. L’attenzione ai criteri ESG è stata di certo amplificata anche dalla pandemia di Covid-19 e si concretizza nella sempre più frequente richiesta da parte delle realtà produttive di un rating di sostenibilità. Questa sorta di “attestato” rappresenta il “giudizio naturale” delle azioni messe in campo ed il “punto di ancoraggio” per tutti gli osservatori esterni e ovviamente per ogni stakeholder.

Una conferma proviene dal webinar organizzato il 16 febbraio scorso da Nedcommunity e da Bain & Company, introdotto dal presidente Maria Pierdicchi che ha sottolineato come il tema del rating ESG sia “importante  non soltanto per i ned ma per tutti gli stakeholder. Agiamo in un contesto storico in cui questi temi sono sempre più centrali e devono essere integrati nelle strategie delle aziende. In questo senso uno degli strumenti indispensabili per valutare come si colloca un’impresa rispetto a questa esigenza è rappresentato proprio dal rating ESG rilasciato da società specializzate. Le aziende riscontrano un beneficio da questi rating ma spesso devono fare i conti con l’onere legato alla necessità di fornire dati e informazioni più dettagliate possibile e di confrontarli con metodologie diverse e standard non uniformi”.

Il nodo della metodologia

Giulio Severo Naso, partner Bain & Company Italy e socio di Nedcommunity, ha spiegato che nel panorama del rating ESG si può distinguere “fra agenzie tradizionali che stanno assorbendo queste tematiche all’interno dei criteri valutazione più ampi e società specializzate. Queste ultime si occupano esclusivamente della misurazione del profilo ESG delle aziende fornendo un giudizio di sostenibilità. Il problema attualmente è rappresentato dal fatto che si nota ancora una scarsa standardizzazione in termini di metodologia, causato anche dall’assenza di un ente terzo di controllo”.

Alla prima categoria di organismi di valutazione tradizionali appartiene di certo S&P, fra le prime tre agenzie di rating al mondo per la quale lavora Francesca Sacchi che si è soffermata sul credit rating delle banche: “Anche in questo caso gli interessi degli investitori si stanno concentrando su aspetti che esulano dalla semplice analisi di rischio e di rendimento. Si pensi che gli investimenti ESG hanno superato i 530 miliardi di dollari nel 2020 con l’Europa che ha fatto la parte del leone. Il Covid non ha fatto altro che aumentare l’importanza di questi fattori e posso dire che il tema della governance è particolarmente rilevante nelle nostre azioni di rating”.

Alla seconda, invece, appartiene Ecovadis, società che gestisce una piattaforma collaborativa che permette alle aziende di monitorare la performance di sostenibilità dei loro fornitori. Julien Carboni ha ricordato che “i vantaggi e i benefici di lungo termine per le aziende che implementano i temi ESG nella loro strategia sono numerosi”. Da qui il crescente numero di agenzie specializzate esclusivamente nel rating ESG.

Un nuovo paradigma si fa strada

Il webinar è stato caratterizzato come di consueto anche da una tavola rotonda, moderata da Anna Chiara Svelto, consigliere direttivo Nedcommunity, e board of director di Enel che ha ribadito come “la sostenibilità sia parte integrante del futuro di un’azienda, aspetto che deve esser tenuto ben presente fin dalla prima linea organizzativa”. A chiederlo sono proprio gli stakeholders, tutti, dagli azionisti ai cittadini. Un’esigenza irrinunciabile per Andrea Viganò, senior advisor Bain & Co. e former chairman BlackRock Italia che ricordando il presidente e ceo del colosso statunitense, Larry Fink, ha detto: “Il paradigma tradizionale sta cambiando: ci si sta concentrando su un set di stakeholders che non si riduce ai soli azionisti ma che sta diventando sempre più ampio. Anche in Europa questo trend è in fase di consolidamento a partire in particolare dai mercati nordici”.

I rating di sostenibilità, infine, sono anche molto utili per le aziende. Giulia Genuardi, head of sustainability planning and performance mgmt – Innovability-AFC di Enel ha ricordato che “queste valutazioni rappresentano una leva per migliorare la nostra perfomance di sostenibilità oltre che una garanzia di coerenza ed accuratezza dei dati”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Roberta Marracino, head of group ESG strategy & impact banking di Unicredit Group: “Noi li usiamo per un dialogo con gli investitori ma anche con il board e con il top management. Inoltre rappresentano un validissimo strumento di indirizzo perché ci consentono di calibrare nel miglior modo possibile le strategie e le scelte, anche quelle che possono avere un impatto reputazionale”. 

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