Rassegna stampa

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Rilevante il peso di Ned nel dibatttito sulla corporate governance

Il ruolo degli indipendenti sembra stia assumendo un peso rilevante nel dibattito sulla governance anche in Italia e Nedcommunity ha fatto valere la propria autorevolezza in numerosi articoli sull’argomento. In primo piano anche il contributo dell’Associazione alla proposta di variazione della governance della Banca d’Italia e la notizia del crescente ruolo internazionale di Nedcommunity.

Sempre nel mese di luglio i principali quotidiani hanno dato spazio alla ricerca curata da Altis-Cattolica e Csr manager network e realizzata in collaborazione con Assonime e Nedcommunity, su cda e corporate social responsability. Avvenire di giovedì 3 luglio (titolo: “La responsabilità sociale entra nei cda delle quotate. Ma ancora non è strategica”, pag. 18) e Il Sole 24 Ore di mercoledì 2 luglio (titolo: “Csr recepita nelle quotate”, pag. 41) trattano la notizia citando il ruolo di Nedcommunity. Spazio alla ricerca anche sul web con EticaNews mercoledì 2 luglio (titolo: “La Csr entra nel board) e Vita.it di martedì 1 luglio(titolo: “La Csr è un tema ormai presente nelle agende delle imprese”) che ricorda come sia stato preso in esame anche un campione ristretto di amministratori indipendenti nostri associati. Nella stessa giornata anche WallstreetItalia pubblica un altro articolo (titolo: “Assonime: 90% società quotate ha integrato Csr in Codice etico”).

La Repubblica Affari&Finanza, invece, dà spazio al convegno “La buona governance tra pubblico e privato”, organizzato il 10 giugno a Roma. Nel pezzo, pubblicato lunedì 16 giugno (titolo: “Carretta: ‘La governance è un problema anche per le Pmi’”, pag. 19), il professore Alessandro Carretta, socio di Nedcommunity, ricorda che la “governance non è più solo un tema limitato alle banche e alle società quotate, ma si sta sempre più allargando anche ad altri soggetti come le utilities e le aziende pubbliche in generale”.

Il Sole 24 Plus di sabato 7 giugno (titolo: “Se c’è un buon governo il titolo può valere di più”, pag. 11) si segnala l’intervento del presidente Paola Schwizer che sottolinea: “Le nuove regole aiutano la buona governance ma sul risultato finale impattano soprattutto le dinamiche interne ai cda che sono molto difficili da decodificare. Ecco perché è importante e fondamentale che si rispettino i requisiti di professionalità e di indipendenza richiesti ai membri di un cda”. Un argomento ribadito ancora sul Sole 24 Ore giovedì 5 giugno (titolo: “Decisivi i requisiti di indipendenza”, pag. 33) in un articolo in cui il presidente Schwizer ribadisce l’importanza di un’indipendenza di sostanza: “Ci sono requisiti di ingresso che devono essere valutati dal consiglio, con revisione su base annua”.

Di indipendenza e quote rosa si parla nella lunga intervista rilasciata dal presidente a Donna Leader, supplemento del quotidiano Il Giornale, pubblicata mercoledì 28 maggio (titolo: “Una ventata di aria fresca”, pag. 9). Chiaro il messaggio lanciato da Schwizer. “L’indipendenza di giudizio è richiesta a tutti gli amministratori. I non esecutivi, e soprattutto gli indipendenti, sono chiamati in modo particolare a presidiare l’interesse della società e i conflitti di interesse che possono sorgere tra gli amministratori esecutivi o i soci di riferimento e gli azionisti nel loro complesso”.

Il CorrierEconomia di lunedì 12 maggio mette in evidenza l’attivismo di Nedcommunity in merito alla vicenda della modifica del governo societario presentato da Bankitalia (titolo: “Il duale e i presidente non esecutivi”, pag. 4). Il giornalista Stefano Righi sottolinea che l’associazione è stata “tra le più solerti e puntuali nel rispondere e oggi può permettersi di dire che ‘diverse osservazioni e proposte sono state accolte, specie tra quelle che riguardavano il modello dualistico adottato da Intesa, Ubi e Bpm”.

Il Sole 24 Ore, domenica 11 maggio (titolo: “Se gli investitori diventano maggioranza nelle assemblee”, pag. 1) affronta il nodo del peso dei fondi nei grandi gruppi italiani. Un trend in aumento che rischia di cogliere impreparati gli stessi investitori istituzionali. Non si tratta solo di inserire più indipendenti in consiglio. “Un concetto – spiega Schwizer – che nasce con le public company. Non a caso nelle prime cento società di Wall Street, gli indipendenti nei board sono l’80%”.

Martedì 6 maggio si segnala infine una uscita su EticaNews (titolo: “Banche, consiglieri con troppe poltrone”) che riporta i dati del primo Osservatorio sulle banche italiane quotate, argomento molto ripreso nei mesi precedenti. Anche in questo caso il focus dell’articolo è sullo snellimento dei board degli istituti di credito con il taglio di circa 65 poltrone.

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