Approfondimenti

DICIAMO LA NOSTRA a cura della Direzione

Questa rubrica promossa dalla Presidenza intende alimentare un dialogo costruttivo con gli Associati che desiderano dare il loro contributo di idee, suggerimenti e critiche per la crescita della Comunità. 
In questo numero ospitiamo l’intervista ad Enrico Maria Bignami (*) che ringraziamo per aver accettato di rispondere alle nostre domande. 
Questa è la quindicesima intervista che pubblichiamo nella presente rubrica dedicata al dialogo con gli Associati: 
la prima è stata fatta a Gianmaria Gros Pietro nel numero di luglio 2010 (N° 4); 
la seconda a Giovanni Maria Garegnani nel numero di ottobre 2010 (N° 5); 
la terza a Carolyn Dittmeier nel numero di gennaio 2011 (N°6); 
la quarta a Mario Noera nel numero di aprile 2011 (N°7); 
la quinta a Maria Luisa Di Battista nel numero di luglio 2011 (N° 8); 
la sesta a Ferruccio Carminati nel numero di ottobre 2011 (N° 9); 
la settima a Salvatore Maccarone nel numero di gennaio 2012 (N° 10); 
l’ottava a Giancarlo Pagliarini nel numero di luglio 2012 (N° 12); 
la nona a Marco Cecchi de’ Rossi nel numero di ottobre 2012 (N° 13); 
la decima ad Alberto Battecca nel numero di gennaio 2013 (N° 14); 
l’undicesima a Roberto Cravero nel numero di aprile 2013 (N° 15); 
la dodicesima a Marco Rescigno numero di luglio 2013 (N° 16); 
la tredicesima ad Elisabetta Magistretti nel numero di ottobre 2013 (N° 17). 
la quattordicesima a Marco Onado nel numero di febbraio 2014 (N° 18). 

L’intervista


Che cosa non va in Italia nella governance?

Il Sistema Italia: il nostro è un paese che ha creato e crea vincoli esterni pesanti per le imprese. Burocrazia, giustizia, clientelismo, corruzione, sono tutti fattori che creano pesanti svantaggi competitivi e incidono sulla difficoltà dei virtuosi di emergere, sul costo dello spreco che questo induce e sulla dimensione dell’evasione fiscale. 
Inoltre, la nostra scuola fornisce un’ottima preparazione in tema di “allenamento del cervello” e cultura, ma ha il grande handicap di non preparare le persone a lavorare in gruppo: questo, insieme alla condivisione delle informazioni, è una delle basi fondamentali di sviluppo della governance. 
Quello che non va, quindi, è che il percorso verso una buona (e indispensabile) governance è più difficile e lungo di quello che dovrebbe essere, soprattutto per le PMI, dove – in contrapposizione alla regolamentazione, quasi sempre troppo complessa – non segue ancora un’adeguata percezione e valorizzazione dei benefici. 


Quali rimedi per migliorare la qualità 

Molti, il percorso è ancora molto lungo. Suggerisco:

  • Un continuo intervento per indurre una crescita culturale, che porti a far percepire con chiarezza che la governance (quella sostanziale) è l’essenza e la garanzia per creare imprese che durino e prosperino nel tempo: un grande impulso in tal senso può essere dato, nel brevissimo, dall’attenzione nella scelta delle persone da inserire negli organi sociali, con particolare riferimento ai temi dell’etica e della competenza.
  • Un grande lavoro nel processo di miglioramento dell’efficienza (la mera semplificazione è un concetto in sé molto pericoloso) del sistema, per esempio da un lato focalizzando gli amministratori non esecutivi sui compiti di supervisione strategica, supporto agli esecutivi e mitigazione dei conflitti di interesse, e dall’altro rafforzando e ben separando il ruolo del controllo: il nostro sistema tradizionale di amministrazione e controllo basato su consiglio di amministrazione e collegio sindacale è – a mio parere – in generale di gran lunga migliore di quello anglosassone (enfatizza l’indispensabile principio della segregation of duties) e, in particolare, più adatto al sistema Italia, dove l’esigenza del controllo indipendente è – anche culturalmente – fondamentale.


Cosa si aspetta da Nedcommunity e cosa suggerirebbe 

Il compito di Nedcommunity è anche quello di ampliare la conoscenza e la cultura della governance e aiutare a indurre miglioramenti nel sistema. 
Con particolare riferimento alle PMI, Nedcommunity ha recentemente costituito un reflection group – di cui sono il coordinatore – per mettere a punto alcuni principi di governance per le imprese di minori dimensioni e non quotate: la loro diffusione, unitamente ai grandi vantaggi della loro applicazione, spero possa portare una discussione e focalizzazione più sistematica ed efficace in materia di governance delle PMI.


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