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Data analytics al servizio della sostenibilità

AI e digitalizzazione rappresentano oggi degli strumenti insostituibili per consentire alle aziende di presentare agli investitori il loro impregno sul fronte ESG

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La sostenibilità attira gli investimenti. Per questo le aziende stanno cercando di adottare degli strumenti in grado di misurare e gestire le variabili non finanziarie attingendo da una cassetta degli attrezzi che include AI e moderne tecniche di “data analytics”. Un’evoluzione in atto che, però, non coinvolge tutte le realtà produttive come evidenziato nel corso del webinar “Analytics e digitalizzazione: il nuovo paradigma della sostenibilità delle imprese”. Eppure, come ha ricordato Alessandra Frangi, fondatore di ESGNews.it, la normativa rende questi elementi sempre più preziosi anche nel dialogo con la comunità finanziaria e con gli investitori in particolare. I nuovi obblighi sulla disclosure riguarderanno diecimila aziende quindi l’impegno deve essere generale. Anche chi non è abituato dovrà affrontare queste tematiche”.

In effetti qualcosa sembra muoversi anche nel panorama italiano. Elena Bonanni,  responsabile Integrated Governance Index di  ETica News ha sottolineato che “il tema è entrato nell’agenda delle aziende, anche se si vede che ci sono ancora tanta confusione e incertezza. Non è un caso infatti se il tema della governance digitale dei dati ESG sia stato inserito nell’Index fin dal 2020. Abbiamo rilevato che il 58% delle 80 aziende facenti parti del panel, fra quotate e non, ha affermato di aver nominato un soggetto della governance dei dati. Un altro dato interessante riguarda il fatto che una buona fetta delle aziende del panel, il 60 per cento, oggi utilizza piattaforme digitali dedicate esclusivamente ai dati non financial: l’anno scorso erano il 50%. Metà delle aziende adotta dei sistemi che permettono un’individuazione dei responsabili dei dati e il tracciamento del processo di consolidamento dei kpi attraverso uno strumento di data management. Certo rimangono ancora ampi margini di crescita per capire i vantaggi di una governance digitale. La direzione corretta è quella di un centro unico di accesso ai dati a testimonianza di un sempre maggiore sforzo di standardizzazione”.

Fabrizio Fiocchi, co-founder e ceo di ESGeo ribadisce che “il trend è molto forte, c’è sicuramente una presa di coscienza che questi dati vanno gestiti in maniera strutturata con pari dignità rispetto a quelli finanziari. Ci sono manager che capiscono la necessità di uno strumento che serva a monitorare questi elementi.  Ma esistono anche aziende non in grado di ricostruire una variabile non finanziaria. Vorrei ricordare come non poter contare su una struttura di governance sui dati non finanziari esponga le aziende a rischi enormi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Barbara Poggiali, consigliere ASTM e gruppo BFF, associata Nedcommunity che riscontra una grande variabilità fra le aziende. “Le più grandi sono più sensibili, hanno investito di più in strumenti e persone che seguono attività Esg. È necessario darsi degli obiettivi e saperli misurare non mera compliance. La digitalizzazione rappresenta una strada obbligata per garantire la sostenibilità nel lungo periodo. Noi ned dobbiamo verificare che le aziende ne siano consapevoli”.

Del resto, come ha sottolineato Gabriele Lucentini, co-founder e  ceo Nirtya, “l’intelligenza artificiale può aiutare le aziende a porsi in termini di influencer dello sviluppo sostenibile”. Una soluzione proposta dalla sua Nirtya, una innovativa società di consulenza specializzata in corporate communication digitale che estende le tecniche del digital marketing alla comunicazione d’impresa e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per misurare e valorizzare la comunicazione web e social sui temi Environmental, Social e Governance (ESG).

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