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Ecco come il virus sta cambiando i board

Una ricerca condotta da Nedcommunity in collaborazione con Valore D/In The Boardroom indaga se e come i comportamenti, processi, priorità, valori o obiettivi dei Consigli di Amministrazione siano cambiati alla luce di un evento straordinario di portata globale come la pandemia

credit: GettyImages

La crisi legata all’emergenza Covid-19 ha rappresentato una sfida senza precedenti per gli organi aziendali. I Consigli di Amministrazione hanno dovuto reagire per arginare l’impatto del lockdown, conformarsi alla lunga successione di provvedimenti emanati del Governo per gestire l’emergenza e porre le basi per la ripresa in un contesto assai diverso da quello del recente passato. Come sono state prese le decisioni più urgenti? Sono servite le valutazioni condotte in precedenza in merito alla identificazione e gestione di rischi emergenti e ai temi del business sostenibile?

Il Reflection Group “Board Leadership e Sostenibilità”di Nedcommunity, in collaborazione con Valore D/In The Boardroom, sta conducendo una survey per verificare tutto questo. Per monitorare e registrare se e come i comportamenti, processi, priorità, valori o obiettivi dei Consigli di Amministrazione siano cambiati alla luce di un evento straordinario di portata globale come la pandemia causata dal Covid-19, il questionario mediante il quale è condotta la survey sarà riproposto nel corso dei prossimi mesi.

L’iniziativa è volta, inoltre, a registrare i cambiamenti avvenuti nei Consigli di Amministrazione durante l’emergenza e nelle fasi successive per verificare se e quanto essi siano coerenti con il Nuovo Modello di Leadership per il business sostenibile che il Reflection Group ha messo a punto con la collaborazione di molti associati Nedcommunity – e il contributo di vari stakeholder – e che prevede 3 componenti essenziali: diversità e innovazione nello skill-mix, cultura e comportamenti, modelli e processi di business integrati rispetto ai temi ESG.

LE PRIME EVIDENZE

I primi risultati della survey, relativi al primo round di risposte raccolte in relazione alla cd. “Fase 1” della pandemia, mostrano come il tema dell’emergenza sanitaria sia stato oggetto di considerazione all’interno delle aziende prima di febbraio 2020 (mese in cui la presenza del virus in Italia è stata registrata “ufficialmente” con il cd. “paziente nr. 1”) circa nel 30% dei casi. Colpisce il fatto che il rischio di una pandemia fosse stato identificato nell’analisi dei rischi aziendali prima di dicembre 2019 solo nel 5,7% dei casi (9 società) e che, tra questi casi, siano presenti solo una compagnia di assicurazione, una società appartenente al settore dell’healthcare e nessuna società appartenente al settore Energy/Oil&Gas. Dati i settori di appartenenza o la tipologia di business condotti da queste aziende, risulta deludente che solo in un numero così ristretto di casi l’emergenza sanitaria fosse stata mappata come rischio potenziale. Tale dato trova, tuttavia, conferma in quanto rilevato anche dal Reflection Group di Nedcommunity La governance in materia di rischi e di controlli secondo il quale, anche in aziende di dimensioni globali dotate di “strumenti di risk management anche sofisticati e predittivi (i modelli di Enterprise Risk Management, le analisi di sensitività, gli stress test), pochi sono i casi nei quali il rischio pandemico e i diversi possibili scenari sono stati analizzati nel dettaglio”.

LE PROSSIME FASI DELLA RICERCA

I dati andranno certamente riletti alla luce dei risultati dei prossimi round della survey in corso. Tuttavia, è già possibile osservare che se, prima dell’arrivo della pandemia, il modello di leadership adottato dalle aziende fosse già stato improntato ai principi base di una visione sostenibile del business (quali l’approccio strategico a lungo termine) ciò avrebbe permesso alle aziende di gestire in modo più ordinato il periodo dell’emergenza.

Non può non segnalarsi, comunque, una rapida presa in carico del problema della gestione della pandemia all’interno delle aziende nel corso dei mesi di febbraio e marzo 2020. Le prime aree di priorità affrontate dai Consigli nel corso della Fase 1 sono state primariamente la protezione dei dipendenti, la business continuity e la sicurezza dei processi. Non è stato, invece, considerato prioritario, sempre in questa prima fase, l’engagement dei dipendenti che, in un’inaspettata ed eccezionale situazione di remote working forzato, è una significativa area di rischio che può avere significativi impatti sulla performance e, allo stesso tempo, rappresentare un’opportunità per accelerare una profonda trasformazione dei metodi di lavoro.

Si rileva, inoltre, che le analisi svolte dai Consigli di Amministrazione in questa prima fase della pandemia si sono focalizzate in modo più significativo sul breve termine (e, dunque, sulla gestione della crisi e sulla protezione immediata del business) e, in misura minore, sul medio e lungo termine.

In generale, l’analisi dei primi risultati di questa survey suggerisce che le modifiche rilevate nei comportamenti e nelle attività dei Consigli di Amministrazione (che segnalano quali comportamenti sono stati intensificati rispetto a prima del Covid-19) hanno riguardato soprattutto comportamenti e processi che il Nuovo Modello di Leadership per il business sostenibile messo a punto dal Reflection Group indica come particolarmente rilevanti per un governo che assicuri sostenibilità al business (quali ad esempio, l’utilizzo di analisi di scenario e megatrend, attenzione alla strategia, capacità di analizzare rischi ed opportunità).

VERSO NUOVE STRATEGIE

In definitiva, se gli elementi raccolti in questa prima fase della ricerca si confermassero, potrebbe emergere che le imprese e i Consigli hanno incrementato, nella gestione della prima crisi pandemica non finanziaria, una cultura e comportamenti correlati alla gestione del business che creano una situazione più favorevole per affrontare sfide potenzialmente disruptive

Nelle prossime fasi, che saranno monitorate dalla survey Nedcommunity, è lecito attendersi un maggior presidio non solo dei temi che impattano sui risultati economico-finanziari, ma anche dei fattori non-finanziari, capaci di generare una performance superiore in parte nel breve e soprattutto nel medio/lungo periodo. 

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