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Consigli di lettura – Settembre 2022

La professione del consigliere di amministrazione si basa in primo luogo su conoscenza e rispetto dei principi che stanno alla base del governo d’impresa. Ecco perché i testi di Busani e Daimler dovrebbero non mancare nelle librerie dei ned

Credit: Pickawood/Unsplash

Angelo Busani, Regole di corporate governance. Manuale per amministratori indipendenti, notai, in-house counsels e corporate lawyers di società quotate e non quotate, Giuffrè Francis Lefebvre, Milano 2021
Melissa Daimler, Reculturing: design your company Culture to connect with strategy and purpose for lasting success, McGraw Hill, 2022.


Letture “dure” e “morbide” sulle scrivanie dei NED dopo l’estate.
Le regole sono naturalmente fondamentali nell’orientare i comportamenti individuali e organizzativi all’interno delle aziende, ma esse risultano più efficaci se accompagnate da una cultura aziendale coerente con il purpose e la strategia e indirizzata a premiare la sostanza di atteggiamenti e stili gestionali e di direzione piuttosto che il mero formalismo. Al tempo stesso la diffusione e il consolidamento di una sana cultura aziendale risultano più agevoli in presenza di regole chiare e ben fatte.

Il volume di Angelo Busani (Regole di corporate governance. Manuale per amministratori indipendenti, notai, in-house counsels e corporate lawyers di società quotate e non quotate, Giuffrè Francis Lefebvre, Milano 2021), che esercita la professione di notaio in Milano ed è autore di numerosi scritti in materia giuridica, ha l’obiettivo di offrire agli amministratori delle società quotate e non quotate, specie a quelli non esecutivi e in particolare a quelli indipendenti, agli avvocati e notai che offrono la loro consulenza alle imprese e ai giuristi che vi lavorano, un valido ausilio per contribuire a impostare il miglior assetto possibile di corporate governance, nella prospettiva delle regole. Il volume, corredato da ben tre prefazioni di protagonisti del mondo della governance, Luca Enriquez, Patrizia Grieco e Fabrizio Gianni, si articola in tre parti, relative rispettivamente all’attività di amministrazione delle società, all’attività dei titolari del diritto di voto nelle assemblee, all’attività di controllo e risk governance. La trattazione è sistematica, ben documentata ed esauriente, e i temi affrontati sono davvero numerosi (il volume è di circa 800 pagine). Vi è anche attenzione a profili specifici, quali quelli relativi a industrie particolarmente regolamentate (ad esempio con riferimento agli amministratori indipendenti e ai comitati endoconsiliari nelle banche e nelle altre categorie di intermediari finanziari). Un volume che non può mancare nella biblioteca dei NED, e non solo, e che richiederà certamente progressivi aggiornamenti e nuove edizioni, in relazione all’evoluzione normativa.

Melissa Daimler, Chief Learning Officer in UDEMY, un’importante piattaforma di education e sviluppo delle competenze, basata negli Stati Uniti e in Europa, che si occupa da oltre vent’anni di consulenza e di coaching nel campo dello sviluppo organizzativo e della cultura aziendale, ha pubblicato di recente il volume Reculturing: design your company Culture to connect with strategy and purpose for lasting success (McGraw Hill, 2022), che ha il pregio, non comune, di collegare la cultura alla strategia e al purpose aziendali, integrando il “perché”, il “cosa” e il “come” si “fanno le cose” in azienda.
In generale, la gestione della cultura appare più complessa di quella delle altre variabili organizzative e modalità di coordinamento delle attività economiche, proprio perché essa può essere estremamente efficace e nel contempo «resistente» rispetto alle esigenze di cambiamento dettate dai mutamenti del contesto ambientale. La cultura è infatti «quello che si fa, e come lo si fa, quando non ci si pensa» e, se ben governata, può essere il collante che tiene insieme le persone all’interno dell’organizzazione.

Leggendo il libro di Melissa Daimler, a noi NED viene in mente: “quale miglior luogo del CdA per allineare purpose, strategia e cultura aziendali?”
I membri del board dovrebbero in effetti essere “ambasciatori” della cultura aziendale all’interno e all’esterno dell’organizzazione e anzi si potrebbe affermare che “corporate culture starts with the board” e che quest’ultimo ha dunque grandi responsabilità nella diffusione della cultura. Certo, almeno a mio parere, una cultura “ideale” del board non esiste e ogni CdA esprime la propria, che deve essere sempre per quanto possibile coerente con la corporate culture e la strategia dell’impresa. È importante comunque individuare, e se possibile ricercare, i tratti di una sana cultura del board, che risponde a esigenze della buona governance e può costituire un vantaggio competitivo per l’impresa. In questa prospettiva il libro “Reculturing” può fornire diversi spunti e forse persino essere, come suggerisce Ken Blanchard, autore del famosissimo testo “One Minute Manager” (oltre 15 milioni di copie vendute), un supporto indispensabile per chi si occupa di cambiamento nelle organizzazioni.
 

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