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BIBLIOTECA NED a cura di Paola Schwizer

Marco Onado:
“I nodi al pettine. La crisi finanziaria e le regole non scritte”
Editori Laterza
Roma 2009
202 pp
€ 15,00

“La crisi finanziaria ci ha reso tutti più poveri”. È con queste parole che apre la prefazione del suo libro “I nodi al pettine” il prof. Marco Onado, docente presso il Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi di Milano, nonché socio di Nedcommunity. 
L’obiettivo dichiarato dall’Autore è ambizioso: quello di permettere al lettore di capire le cause più profonde della crisi. Il prof. Onado, attraverso gli otto capitoli che compongono il libro, non solo raggiunge l’obiettivo, ma lo supera. L’Autore arriva infatti a rendere evidente come la crisi finanziaria internazionale sia frutto dell’assenza di regole e come, se si vuole evitare il ripetersi di accadimenti simili, si dovrebbe intervenire riscrivendo (o in alcuni casi semplicemente scrivendo) le regole del sistema finanziario. 
Quello che colpisce, scrive l’Autore, è che “il disastro è avvenuto al termine di un periodo in cui la finanza è sembrata in grado di assicurare crescita continua all’economia e nuovi livelli di benessere”. Onado, riferendosi agli Stati Uniti, evidenzia come “le famiglie trovano nel credito un sostegno all’acquisto della casa e dei consumi correnti con una facilità e un’abbondanza conosciute in passato”. Questo anche grazie (o per colpa, secondo l’Autore) di una politica monetaria che ha privilegiato e sostenuto il continuo abbassamento dei tassi di interesse. Elemento questo che, unitamente ad un eccesso di fiducia nel funzionamento dei mercati e alla esasperata ricerca dei profitti bancari, ha contribuito a far crescere le bolle speculative degli ultimi anni, fenomeni nei quali si è annidato ed è cresciuto il germe della crisi. 
I segnali di quello che stava accadendo, avverte l’Autore, ci sono stati. La crisi di Paesi sovrani, le frodi societarie e le crisi bancarie degli ultimi anni trovano radici comuni, secondo Onado, nell’inadeguatezza delle regole: “è come se, quando si è sviluppato il traffico aereo, ci si fosse illusi che bastassero il codice della strada e i semafori.” 
L’Autore avverte però che non possiamo ancora sapere se il peggio è davvero passato. Gli interventi a cui sono state chiamate le banche centrali possono averle portate ad accumulare rischi elevati che, se dovessero manifestarsi, avrebbero effetti imprevedibili. 
La soluzione che individua Onado per evitare il ripetersi di analoghi fenomeni va ricercata nelle regole: occorre scrivere regole adeguate alla nuova finanza. L’Autore non si schiera infatti né tra quelli che sostengono che la soluzione vada ricercata nello Stato, né tra quelli che ritengono che occorra affidarsi molto di più al mercato. Onado ritiene invece che vada implementata una terza via, in cui lo Stato scrive e/o aggiorna le regole per far funzionare e controllare al meglio i mercati precisando che: “il capitalismo finanziario dal volto umano richiede regole scritte pensando agli interessi degli utenti finali, non a quelli della finanza in se stessa. E solo regole adeguate e regolatori veramente indipendenti possono ottenere questo risultato.” 
Il tema trattato nel libro è considerato complesso e, per i tecnicismi che può comportare, spesso ritenuto solo per addetti ai lavori. Ma “la crisi finanziaria ci ha reso tutti più poveri”. È importante quindi che tutti sappiano cosa è successo e Marco Onado, nel presente volume, riesce a spiegarlo davvero a tutti

Massimo Regalli 


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