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Adrian Docherty e Franck Viort, Better banking - Understanding and addressing the failures in risk management, governance and regulation, Wiley, Chichester (UK), 2014.

Better banking

Adrian Docherty e Franck Viort, Better banking – Understanding and addressing the failures in risk management, governance and regulation, Wiley, Chichester (UK), 2014.

Da “good” a “better”, passando per “new clothes”.
La recente letteratura anglosassone si sta sforzando, per evidenti motivi, di riqualificare il ruolo della finanza e del sistema finanziario nell’economia.
E’ partito qualche anno fa il premio Nobel Robert Shiller, pubblicando “Finance and the good society”, 288 pagine per spiegare che la finanza svolge un ruolo di rilievo e probabilmente insostituibile per il progresso dell’economia. Tra i tanti lavori successivi in questa direzione, di buon interesse il volume “The bankers’ new clothes”, impegnato a “rivestire” di nuovi significati l’attività bancaria e a sottolineare quanto di buono essa può e deve fare (emblematico il paragrafo “if not now, when?”), se ben condotta. Ora è disponibile da qualche mese “Better banking”, un manuale di sopravvivenza per chi vuole orientarsi, in modo documentato e senza perdere troppo tempo, nel difficile dibattito in corso sul ruolo delle banche dopo la crisi finanziaria.
Il volume, opera prima di due autori impegnati soprattutto come consulenti nel sistema finanziario europeo, parte in modo prevedibile dalla crisi finanziaria, ma nei capitoli successivi presenta in modo efficace le principali e attuali tematiche dell’attività bancaria e della regolamentazione. Un capitolo è dedicato ai casi delle principali istituzioni finanziarie, non solo europee, protagoniste della crisi, ben sintetizzati e dotati ciascuno del classico ma sempre utile paragrafo “lessons to be learned”. Si tratta naturalmente del punto di vista degli autori (in qualche caso si potrebbe discutere a lungo…), comunque prezioso anche per avviare riflessioni personali in materia.
Nella parte finale del libro viene affrontato il tema specifico del “better banking”, inteso come “un sistema bancario stabile e affidabile, in grado di fornire capitali e protezione contro i rischi all’economia reale, in modo efficace ed efficiente”. Niente di sorprendente quindi ma è altrettanto sorprendente come siamo oggi lontani da questo auspicio.
Per conseguire davvero “better banking”, gli autori disegnano un “progetto di Basilea IV”, nel quale trovano spazio e vengono in qualche modo sistematizzati diversi dei temi al centro dell’attuale dibattito, quali il risk management, la governance, gli stress test, la cultura del rischio, i comportamenti individuali.
Una lettura sicuramente utile per i non addetti ai lavori, alla ricerca di “tutto quello che avreste voluto sapere sul sistema finanziario ma non avete mai osato (o avuto il tempo di) chiedere”. Un supporto di consultazione che può essere valido anche per chi opera o ricerca nel sistema finanziario, che non troverà in Better banking idee nuove o approfondimenti rigorosi, ma una visione d’insieme comunque preziosa e qualche proposta, anche in termini di approccio ai problemi, su cui riflettere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Carretta, membro del Comitato Scientifico Ned e del Comitato Editoriale della Rivista ([email protected])


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