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Il ritornello di una delle canzoni di Giorgio Gaber ("Un'idea", dell'inizio degli anni settanta) recita: "Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’idea è soltanto un’astrazione ... se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione".

Network italiano business reporting

Integrated reporting “IR”: focus on integrated thinking

A handbook for the change journey. Strategy, governance, culture, organization, www.nibr.it, 2016.

Il ritornello di una delle canzoni di Giorgio Gaber (“Un’idea”, dell’inizio degli anni settanta) recita: “Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’idea è soltanto un’astrazione … se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione“.

Ecco, i rapporti tra l'”integrated thinking” e il, forse più noto, “integrated reporting” sono un po’ questi. Il primo costituisce la considerazione attiva, da parte di un’organizzazione, delle relazioni tra le diverse unità operative e funzionali e i “capitali” (potremmo dire le risorse) che l’organizzazione utilizza o comunque coinvolge. Un nuovo approccio strategico e culturale alla gestione dell’organizzazione, che enfatizza una visione sistemica ed integrata dell’azienda, e che  è anche la base per costruire il secondo (il reporting integrato), cioè il processo di monitoraggio e rendicontazione che, a fianco di indicatori di performance economico/finanziari, considera  indicatori rappresentativi di variabili, meno tangibili, di governance, ambientali e sociali in un’unica visione organica.

Il reporting integrato conferisce quindi concretezza al pensiero integrato, che costituisce un concetto sicuramente condivisibile (chi non vorrebbe prendere decisioni in azienda avendo a disposizione e sotto controllo tutte le variabili e gli strumenti preposti alla creazione del valore ?) ma rischierebbe, senza il reporting integrato, di rimanere appunto un’astrazione.

Il Manuale sul pensiero integrato, recentemente reso disponibile dal Network italiano di business reporting e coordinato da Livia Piermattei e da Tommaso Venturini, affronta questi temi in modo sistematico e, al tempo stesso, con ottima efficacia espositiva. Vengono dapprima presentati l’approccio globale e la metodologia, mettendo in evidenza le due principali aree di attenzione prescelte, la governance e l’assetto organizzativo, ed il gruppo di lavoro, costituito da importanti interlocutori istituzionali a livello internazionale, tra i quali NED Community. Successivamente si riportano i risultati del lavoro svolto da 4 task forces, che hanno riguardato i problemi in campo e gli stakeholders, gli attori chiave da coinvolgere, gli indicatori di performance ed il cruscotto di navigazione, il piano d’azione per il cambiamento. La parte finale del manuale, che è corredato anche da un glossario e da un elenco delle fonti più significative, è dedicata in modo specifico ai rapporti con il reporting integrato.

Un documento per gli addetti ai lavori, che peraltro, come sottolinea nella prefazione al lavoro Neil Stevenson, al vertice dell’International Integrated reporting Council (IIRC), permette a tutti coloro che si occupano di governance, anche al di fuori delle oltre 1000 organizzazioni che nel mondo hanno adottato l’Integrated Reporting, di cogliere l’importanza di una consapevolezza condivisa delle strategie e delle modalità di creazione del valore in azienda, con effetti virtuosi anche sulla qualità del dialogo tra gli organi di governo e i conferenti capitale finanziario. “Far parlare tra loro” le comunità di finanza e contabilità e di sostenibilità è in prospettiva molto importante per lo sviluppo delle imprese e dell’economia e il Manuale del Network italiano di business reporting dà un contributo importante in questa direzione.

Alessandro Carretta, membro del Comitato Scientifico Ned e del Comitato Editoriale della Rivista ([email protected])


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