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Missione buona governance nelle Pmi per il chapter Nord Est

Uno dei cuori produttivi del Paese, formato per la maggior parte da imprese piccole e medie, è chiamato alla prova di un mercato volatile e caratterizzato da rischi sempre nuovi. Ecco perché la nuova unità locale di Nedcommunity scommette sulla formazione di consiglieri ed esperti di governo societario all'altezza delle sfide di oggi e di domani

Ilaria Antonella Belluco

Un presidio di buona governance in uno dei cuori pulsanti del Made in Italy. Questo rappresenta il neonato chapter Nord Est di Nedcommunity che con il primo impegno ufficiale del 30 novembre, il convegno sulle Linee guida e principi di Corporate Governance applicabili alle società non quotate organizzato a Padova, ha inaugurato l’operatività dopo la nascita nel luglio scorso. La scelta di un tema di questo tipo non è stata affatto casuale e rappresenta in un certo senso il biglietto da visita della nuova unità locale dell’associazione, come ha confermato la delegata Ilaria Antonella Belluco che con Gabriella Chiellino, Gino Colla, Ferruccio Di Lenardo e Federica Ricceri forma il Comitato esecutivo.

Da cosa nasce la necessità di creare una divisione dell’associazione in quest’area geografica?

“Nedcommunity vanta una grande adesione di consiglieri e di professionisti provenienti da aziende quotate, con una concentrazione molto alta su Milano e Roma dove, infatti, si raggruppa gran parte dell’offerta formativa dell’associazione a vantaggio di chi vuole apprendere i segreti della buona governance, ricopre o aspira a ricoprire ruoli nei cda. Un bacino tanto importante per l’economia del nostro Paese come il Nord Est, dove insiste un’enorme concentrazione di Pmi, risultava scoperto. Per questo motivo ci siamo fissati un obiettivo: colmare tale divario portando il tema del buon governo societario all’attenzione anche nelle imprese di quest’area”.

Se ne sente molto il bisogno?

“Gran parte delle nostre imprese sono caratterizzate dalla presenza di amministratori unici e se contano un consiglio di amministrazione emerge che per lo più è composto da membri della famiglia. Si sente forte, quindi, l’esigenza di adottare una governance più moderna, in linea con gli standard necessari al raggiungimento, per esempio, degli obiettivi Esg: una governance, in sostanza, pronta ad affrontare le sfide di oggi e di domani. Vogliamo lanciare un messaggio molto chiaro: aprire i cda a competenze e a persone esterne alla famiglia rappresenta un plus. Non a caso nel convegno si è parlato delle linee guida realizzate dal Reflection Group ‘La corporate governance delle aziende non quotate’ guidato da Roberto Cravero e di come declinarle nelle nostre Pmi. Un focus importante non soltanto per le aziende ma anche per i professionisti”.

In che senso?

“Si pensi a coloro i quali svolgono attività di consulenza e sono, quindi, giornalmente chiamati ad affiancare le società nel processo di adeguamento della loro governance. Per svolgere questo delicato compito è necessario essere aggiornati sui profondi cambiamenti che anche il governo societario sta subendo. Per questo motivo la nostra offerta formativa sarà diretta non soltanto agli aspiranti consiglieri di amministrazione ma anche ad avvocati e a dottori commercialisti. Posso testimoniare personalmente quanto sia importante, considerato che, come avvocato dello studio legale e tributario, CBA, di cui sono partner, mi trovo spesso a toccare con mano il peso crescente della governance nel business di oggi. Una consapevolezza maturata ulteriormente dopo aver frequentato nel 2018 il corso Teb-The Effective Board di Nedcommunity“.

Cosa direbbe a un capoazienda di una Pmi del Nord Est per convincerlo ad aprire le porte del cda a un consigliere indipendente?

“Farei presente che contare su uno o più consiglieri non esecutivi o indipendenti è utile (o meglio, fondamentale) alla sopravvivenza e alla crescita dei margini della società, ormai sempre più dipendenti dall’adeguamento della governance alle sfide di oggi. Le faccio un esempio: secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano presentati nel corso di un recente convegno, il 45% di Pmi del Nord Est ritiene marginale o troppo costoso il ricorso a tecnologie digitali. Eppure, il mercato premia le aziende più innovative. Una buona governance con la giusta presenza di indipendenti aiuta a promuovere e a realizzare strategicamente questi cambiamenti e a coglierne le opportunità nel medio-lungo periodo. Chi non si adeguerà è destinato a perdere terreno rispetto alla concorrenza, non solo in termini di business ma, altresì, di accesso al credito. Non è un caso che il governo societario moderno rappresenti uno degli aspetti principali che le banche prendono in esame prima di concedere un prestito. Disporre su un governo societario al passo con i tempi, in sostanza, non si riduce a una scelta di marketing ma, piuttosto, consiste in una sostanziale scelta di business e di competitività”.

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