In vetrina i valori etici delle imprese

Repubblica Affari&Finanza, in questo pezzo pubblicato il 22 febbraio, sottolinea che “la tutela dell’ambiente in cui viviamo è un obiettivo che trova ormai concordi istituzioni, imprese e cittadini, ma sulle strategie per centrarlo si procede ancora in ordine sparso (e a volte anche contraddittorio)”.

L’autore, sottolineando come in effetti fino a oggi il successo nella lotta per la sostenibilità sia “affidato soprattutto alla ‘buona volontà’ delle singole imprese” ha citato la terza edizione della ricerca sulle Dichiarazioni non finanziarie, realizzata da Nedcommunity con Kpmg da cui emerge che il 57% delle aziende analizzate considera gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals) nella pianificazione e nella valutazione delle proprie priorità in ambito Esg.

La testata auspica interventi da parte del regolatore anche europeo ricordando che “un primo tentativo di mettere ordine in questo campo è stato fatto dall’Unione Europea nel 2017 obbligando le imprese di grandi dimensioni a fornire informazioni anche in merito agli aspetti ambientali, sociali e di governance del loro operato (direttiva 2014/95/Ue, Non-Financial Reporting Directive, Nfrd)”. Questo obbligo, però, è stato ritenuto insufficiente da parte della Banca Centrale Europea che ha proposto di allargarlo anche alle società non quotate e di lavorare a “una convergenza dei principi di rendicontazione relativi alla sostenibilità”.