News

Corporate Governance, efficacia della gestione

Il 16 gennaio 2013 a Milano si è tenuta la Comunità di Pratica di Nedcommunity con l’intervento di Franco Bernabé (Presidente Telecom Italia) sul tema “Corporate Governance, efficacia della gestione”. 

Bernabè ripercorrendo lo scenario industriale italiano dal dopoguerra ad oggi, sostiene che in Italia la Corporate Governance è cresciuta malgrado la base industriale si sia di molto ristretta. La sua analisi evidenzia come una delle maggiori problematiche dipenda dall’incubo della perdita del controllo presente nelle aziende familiari. Infatti porta un esempio sulla differenza sostanziale fra la mentalità imprenditoriale americana, dove se una persona costruisce un’azienda da un miliardo di dollari ha la sola aspirazione di venderla a due miliardi per costruirne altre, e la nostra, dove l’imprenditore tiene l’azienda per passarla ai figli spesso purtroppo con risultati rovinosi. 

Egli fa una disamina di quella che è stata la Corporate Governance negli anni ’80 quando il sistema industriale era detenuto quasi totalmente dallo Stato e della sua evoluzione per effetto, prima delle privatizzazioni che hanno comportato una riduzione significativa delle interferenze dello Stato, e poi della Finanza i cui obiettivi a breve periodo hanno contribuito a demolire il sistema industriale italiano. 

Bernabè cita la sua esperienza in Telecom Italia dove ha fatto modificare l’oggetto sociale che era orientato al semplice “creare valore per gli azionisti” introducendo “nell’interesse generale”. Secondo lui tale pensiero trova la sua origine nel momento in cui gli Stati hanno consentito la nascita delle società a responsabilità limitata. E’ stato una sorta di contratto sociale: “ti sollevo dalla responsabilità dei tuoi rischi, ma tu persegui l’interesse generale”. E’ come dire che la social responsibility entra nel codice civile. 

Conclude ricordando l’importanza delle Public Companies fondamentali per la crescita del Paese e di come la difesa a tutti i costi dell’italianità delle nostre aziende non sia vantaggiosa per la crescita industriale. 

Al termine dell’intervento segue un breve dibattito con riflessioni sull’evoluzione e l’efficacia dei sistemi di Corporate Governance e dei prevedibili scenari futuri. 

Tavola rotonda AssoTAG su “Strumenti finanziari derivati dopo la sentenza sul caso derivati del Comune di Milano”


(Cronaca di Franco Morganti) 

Il 29 gennaio scorso, l’Associazione italiana dei Consulenti e Periti tecnici (CTU) incaricati dall’Autorità Giudiziaria (AssoTAG), presieduta da Alfonso Scarano (costituita lo scorso novembre ed è operativa da inizio gennaio 2013) ha indetto a Milano e in videoconferenza Internet una tavola rotonda con personalità operanti a vario titolo nel mondo finanziario per discutere vari temi:

  • l’opinione di Consob in merito alla valutazione statistica dei prodotti finanziari complessi;
  • il programma di lavoro del gruppo di studio su “Criminalità economico-finanziaria”;
  • altri programmi di AssoTAG;
  • la possibilità di costruire un database dei contratti di derivati stipulati da enti territoriali e di avere trasparenza su quelli stipulati dal Tesoro.


Nella discussione sono emersi altri punti:

  • si parte dal concetto che il Tribunale sia al di sopra delle parti, mentre invece è una parte (forse si tratta di una parte apparentemente forte ma che ha la necessità di dotarsi di competenze extragiuridiche, in particolare finanziarie, per affrontare temi economici sempre più sofisticati);
  • esistono aspetti etici e deontologici, e non solo tecnici (AssoTAG ha un codice etico che verrà fatto circolare ai presenti);
  • c’è un problema di conoscenza degli aspetti legislativi, che sono in continua evoluzione;
  • c’è un problema di valutazione (per esempio immobiliare), anche alla luce della lettura dei bilanci dopo l’introduzione del fair value
  • c’è un problema di comunicazione sociale, affinché i cittadini siano informati e possano giudicare le criticità quantificando i rischi. E per questo è necessario che la comunità scientifica e quella giudiziaria comunichino con un linguaggio comprensibile anche per i cittadini non edotti sulle materie finanziarie.


Su Consob si è registrata l’opposizione (manifestata dal presidente Vegas alla Commissione Finanza della Camera) all’utilizzo degli scenari probabilistici che soli permettono di valutare la criticità dei derivati. Di fatto questo atteggiamento si presta ad essere vissuto come un’opposizione alla trasparenza. 
Stefano Martinazzo, che coordina il Gruppo di studio “Criminalità economico-finanziaria, espone le linee di lavoro del Gruppo. Un convegno è previsto il 28 febbraio. Il ruolo dei CTU, in soccorso alle procure, potrebbe essere quello di assicurare la necessaria trascrizione delle posizioni emerse, istituendo un tavolo fruibile di confronto in una situazione in cui si rischia di avere in futuro una “giustizia a capacità di budget”. 
Sull’ammontare dei rischi derivanti agli enti territoriali dai contratti in derivati si parla di 40 Mld (in ogni caso un livello preoccupante), così come si parla di 160 Mld per il Tesoro (ma se ne è avuta avvisaglia solo dai 2,6 Mld pagati a Morgan Stanley). Poiché tutti i contratti territoriali sono obbligatoriamente depositati al Tesoro, si potrebbe informatizzarli, per poter poi effettuare valutazioni complessive. 
Diverso è il caso dei crediti deteriorati delle banche (si parla di oltre 120 Mld, che periodicamente vengono spurgati dirottandoli a “fondi-squalo”): la perizia Bankitalia sul MPS del 2011 aveva trovato tutto emerso, ma senza misure di sminamento. 
In conclusione sono stati espressi auspici di continuare la collaborazione fra AssoTAG e altre componenti del mondo finanziario. 

ICGN Conference a Milano


(Sintesi di Franco Morganti) 

Nei giorni 4 e 5 marzo 2013 si è svolto a Milano il Convegno di Primavera di ICGN, l’International Corporate Governance Network che rappresenta a livello mondiale la maggiore organizzazione il cui scopo è quello di facilitare il dialogo fra paesi sul tema della corporate governance, di promuovere le best practices, di scambiare conoscenze ed esperienze e di sostenere la ricerca e la formazione. Al network sono associati 60 investitori istituzionali di 50 paesi diversi ed è stato senz’altro un importante riconoscimento, da parte di ICGN, di scegliere l’Italia e in particolare Borsa Italiana come sede del convegno, che ha visto la partecipazione organizzativa di Assogestioni e Assonime e l’intervento di esponenti di varie importanti società italiane quotate come Enel, Eni, Telecom Italia, A2A, Pirelli, Fiat Chrysler e di istituzioni come Banca d’Italia, Consob, Ocse e Commissione europea. 
La Conference si è articolata in varie sessioni, ciascuna con un tema prevalente, come le attese per la regolamentazione europea, il ruolo attivo degli investitori nei confronti degli emittenti, l’impatto della possibile regolamentazione sui cosiddetti “proxy advisors” o raccoglitori di deleghe, l’indipendenza del board, la sua varietà (diversity) e le sue prestazioni, voto di lista e diritti delle minoranze. I temi erano svolti da esperti o rappresentanti di emittenti o istituzioni: notevole impegno era dedicato a raccogliere dal vivo le opinioni dei singoli partecipanti in sala, che votavano poi elettronicamente su un set di domande riferite al tema appena discusso. Certamente un significativo “value for money” per la conference. 
L’Italia ha fatto la sua bella figura, anche per merito di un’ottima introduzione del presidente di Borsa italiana Massimo Tononi, il quale ha esposto con alcune tavole la posizione finanziaria dell’Italia, che precede molti paesi nel saldo primario di bilancio, presenta un debito totale, pubblico e privato superiore solo a quello tedesco, un rapporto export/pil inferiore solo a quello tedesco e un’evoluzion dell’export rispetto a quella del Pil migliore in assoluto. Tononi ha fornito anche i dati di compliance degli emittenti italiani al codice di autodisciplina (fonte Assonime). 
Fra i plus italiani anche una bella presentazione di Marco Ventoruzzo, in un breakfast sponsorizzato da Assogestioni, sui maggiori poteri degli azionisti nell’elezione degli amministratori attraverso il voto di lista, una procedura attualmente in discussione negli Usa che porterebbe a un riassetto rivoluzionario della procedura di nomina. 
Anche Gabriele Galateri di Genola, parlando come presidente del Comitato Governance di Borsa italiana, ha fornito un quadro esauriente dell’autodisciplina italiana. 
Posizioni emerse sui vari temi in discussione: una posizione di cautela nei confronti della regolamentazione europea, dove vale ancora il dilemma fra “più regole” e “migliore applicazione delle regole attuali”, mentre si riconoscono passi avanti in termini di “record data”, disclosure sulle remunerazioni e un quadro italiano di buon bilanciamento fra legislazione e autodisciplina. Molti chiedono lumi alla Commissione europea ma poi, alla resa dei conti, si preferisce una legislazione soft da parte della stessa UE. 
Un maggiore impegno nella vita aziendale da parte degli investitori sarebbe auspicabile, magari con un atteggiamento più orientato al lungo periodo, come vorrebbe Paolo Andrea Colombo, presidente di Enel. Naturalmente l’occhio degli investitori può essere diverso a seconda dei settori e inoltre un maggiore impegno deve anche avere un ritorno significativo. 
Sui “proxy advisors” si vorrebbe un minimo di regolamentazione, mentre sulla board diversity è naturale che la discussione si polarizzasse sulla diversità di genere, essendo fra l’altro tre donne i panelist. Interessante comunque la posizione finlandese ostile alle “quote rosa”, che in Norvegia, a quanto pare, non hanno dato buoni risultati: meglio una crescita autonoma, che fra l’altro in Finlandia ha portato comunque a forti presenze femminili. 
Un intervento in video dall’America di Luigi Zingales faceva seguito all’intervento di Ventoruzzo a favore del voto di lista, che Fabio Galli di Assogestioni ha dichiarato esistere dal 2005 in tutte le quotate italiane. 
La seconda giornata è stata dedicata a incontri più informali fra emittenti e investitori, sempre su temi di governance. 
ICGN ha annunciato le sue prossime Conference annuali: quella del 2013 in Giugno a New York City e quella del 2014, sempre in giugno, ad Amsterdam.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


  • Condividi articolo:
button up site