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In questo numero Franco Morganti fa la cronaca del convegno tenutosi a Milano il 17 marzo scorso presso Unicredit-Tower Hall.

La prima Comunità di pratica del 2015

In questo numero Franco Morganti fa la cronaca del convegno tenutosi a Milano il 17 marzo scorso presso Unicredit-Tower Hall.

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Nel corso dell’incontro, la comunità si è confrontata con Giuseppe Vita, Presidente Unicredit, che ospitava Antonino Cusimano, General Counsel di Telecom Italia e Blake Stephenson di Nasdaq, dopo un’introduzione di Paola Schwizer, presidente Nedcommunity.
L’argomento, pur rilevante ai fini della governance, è un po’ arido ma è stato ravvivato da Giuseppe Vita, con un passato di medico radiologo e poi una storia di 15 anni nei board tedeschi, italo-tedeschi e italiani (fra gli altri Schering e Springer). Se l’è presa con l’eccesso di documentazione che ne impedisce la lettura e ha auspicato l’avvento di veri professionisti per l’incarico di amministratore, specie se indipendente. La necessità di essere sempre connessi, la velocità necessaria e i rischi a questa connessi richiedono una dedizione professionale.
Per Unicredit è una buona notizia l’avvento di un’autorità di vigilanza europea, al posto di tante autorità nazionali con cui un gruppo multinazionale si doveva confrontare: speriamo che trovi rapidamente la sua linea. Importante per un board è avere un calendario almeno biennale, in modo che tutti possano salvare la data delle riunioni. E’ importante inoltre che il Comitato controllo interno prepari la riunione di Consiglio con un’agenda cui partecipino gli altri comitati. Vita ha scherzato sul fatto che la distanza della residenza del consigliere dalla sede della riunione è proporzionale alla preparazione del consigliere alla riunione (più viaggia, più ha tempo per guardare le carte!).
L’esperienza tedesca della cogestione non è forse applicabile in Italia, ma è essenziale per evitare che le due controparti si confrontino con atteggiamento ostile.
Antonino Cusimano ha insistito sulla maggiore utilità di un portale, disponibile ai consiglieri attraverso un tablet, piuttosto che un info-pack di difficile digestione.
Un esempio di dispositivo del genere era illustrato in allegato alla presentazione cartacea di Blake Stephenson di Nasdaq. Un “Directors Desk” quale quello proposto da Nasdaq può consentire al consigliere di informarsi online su delibere precedenti o di consultare altre fonti di informazione, oltre a consentire il vantaggio della riservatezza che le mail non consentono, limitando quindi le fughe di notizie. Il portale può anche sopperire all’abituale mancanza di informazioni su chi ha redatto la proposta in discussione e su chi l’ha supervisionata.
Stephenson ha illustrato il modello inglese di governance, figlio del “Cadbury Code” che gli associati di Nedcommunity conoscono e ha concluso con una breve descrizione del “Directors Desk”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Morganti, Coordinatore editoriale ([email protected])


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