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Aziende pubbliche e nomine: come si può premiare il merito

(Cronaca di Franco Morganti)


Alla Comunità di pratica NED del 10 ottobre 1013 a Milano, due interventi: Enzo De Angelis di Spencer Stuart e Pietro Modiano presidente di SEA, di recente nomina, moderati dalla presidente Paola Schwizer


De Angelis ha svolto cinque punti. 

  • La dimensione dei CdA pubblici, dopo che la legge li ha ridotti a 3/5 membri, per di più con presidente e CEO cariche disgiunte. L’esperienza nel privato suggerisce, viste le incombenze attuali sugli amministratori, un numero da 8 a 10, specie in aziende complesse come Poste italiane. 
  • Criteri di nomina: sono più seri dopo le disposizioni del MEF del 24/6, che includono anche l’attenzione al conflitto di interessi. 
  • Compensi, dopo la riduzione al ribasso a € 300.000 annui per le non quotate, a meno che abbiano emesso bonds (la tentazione a emetterli è forte!): non sembra però che ci sia una fuga, gioca anche un po’ di senso civico. 
  • Altri casi particolari: Finmeccanica ha avviato con Pansa un processo di nomine molto razionale. 
    In contrasto, la prima papera del sindaco Marino a Roma, dove il Capo dei Vigili, selezionato con tutti i crismi, ha dovuto dimettersi perché mancava dei 5 anni di esperienza nel ruolo! 
  • Infine una considerazione su “non è tutto oro quel che luce”, anche per quanto riguarda le quote rosa: i numeri ci sono, ma spesso mancano criteri di selezione delle candidate, mentre prevale ancora il passa-parola. La forma è OK, la sostanza… ancora da fare.

Modiano ha raccontato di non essere mai stato “indipendente” e di aver detto di no quando gli è stato chiesto di farlo: forse non ne sono capace, ha detto. Il fatto è che non ha mai visto un indipendente alzare la cresta, sempre pronti a digerire le ricche presentazioni piene di slides, salvo che compaia all’orizzonte qualche procura della repubblica. Mentre ci sarebbe da aspettarsi ogni tanto la “domanda cretina” che smonta l’impianto proposto dal management. 
La mia posizione in SEA, ha detto, è curiosa: sono presidente senza deleghe, ma non c’è un CEO. Cerchiamo di gestire in modo armonioso. Se l’amministratore avesse l’azienda come propria “funzione obiettivo”, forse potrebbe comportarsi diversamente. 
Il dibattito che è seguito, molto ricco, ha toccato vari punti, con prevalenza di critiche ai giudizi di Modiano, che ha accettato di riconsiderare il ruolo degli indipendenti alla luce delle considerazione emerse.


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